Il titolo si riferisce al quartiere di Madrid in cui sono ambientate le vicende che hanno il loro centro in Tirso, un burbero reduce di guerra arrabbiato con il mondo e specialmente con il piccolo mondo di Entrevias, dove le attività commerciali chiudono i battenti ed i criminali prendono il posto della gente per bene. Per via del suo carattere inaffrontabile, Tirso è in cattivi rapporti anche con i figli, e gli unici a tollerare la sua scontrosità sono due vecchi commilitoni che per lui nutrono affetto e rispetto.
La quotidiana routine di Tirso viene stravolta dall'ingresso nella sua vita della nipote, Irene, che si trova a dover tirare fuori dai guai facendosi nemico dei peggiori delinquenti del quartiere, così dando il via ad una successione di eventi che strutturano le quattro stagioni della serie
Sebbene il bisbetico Tirso sia l'indiscussa figura centrale della storia, di questa sono molti i coprotagonisti, e una menzione speciale va fatta per Ezequiel, il personaggio più importante dopo Tirso, uno stravagante poliziotto che non esita a scendere a patti col diavolo pur di mantenere una parvenza di pace ad Entrevias.
Anche se la struttura narrativa e la scenografia a volte fanno pensare ad una soap opera, in generale la trama resta comunque sempre passabile, ed anzi spesso suscita quel non so che capace di far pensare “Beh, dai, andiamo avanti”, fino a ritrovarsi all'ultima puntata dell'ultima stagione per nulla ringraziando il cielo che sia finita, e semmai sentendo la mancanza di Tirso e delle sue battute arcigne. E proprio per questo senso di perdita che nonostante i tanti difetti lascia la serie dopo la visione, mi sento di spingermi a trascurare le cadute nella mediocrità, e di riconoscerle la complessiva sufficienza.
Voto: 6/10
N.d.R.: Immagine di copertina generata tramite l'intelligenza artificiale
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