Questa è una delle prime serie TV che mi viene in mente di suggerire quando mi si chiede cosa guardare su Netflix; d'altronde, se è stata una delle produzioni di maggior successo degli ultimi anni è perché ha tutti gli ingredienti per soddisfare i gusti di ogni palato: azioni rocambolesche, ostacoli imprevisti da superare, duelli psicologici, colpi di scena a iosa, passioni travolgenti, e chi più ne ha più ne metta.
Tuttavia, credo non ci sia stata volta in cui ho espresso la mia opinione nella quale non sia riuscito a fare a meno di dire: “... Però, è anche piena di cazzate!”. Vero è che di trame prive di questa caratteristica quasi non ne esistono, e che di essa fanno abuso anche i maestri delle serie TV, gli americani, ma per quantità e dimensioni La Casa di Carta batte buona parte della concorrenza.
La storia racconta le peripezie che il gruppo di protagonisti affronta per mettere a segno un colpo a dir poco ardito, rapinare la Zecca dello Stato, e si sviluppa su due fasi temporali: il presente, in cui si realizza la rapina, ed il passato, strutturato su flashback utili a caratterizzare i personaggi e a svelare un po' alla volta l'ingegnoso piano del furto. In molte serie i flashback sono la soluzione per creare i colpi di scena, ma in tutta onestà non ne ricordo di capaci di farlo altrettanto bene.
Più o meno tutti i membri della banda fanno da protagonisti, ma l'elemento principale del gruppo è quello che ne costituisce la mente, il Professore. È questo bel personaggio a dare a La Casa di Carta ciò che serve per essere più di un'intensa serie d'azione: le sue geniali strategie e le sue astute soluzioni ai problemi, infatti, arricchiscono di elementi intellettivamente stimolati una trama che più di qualche volta rischia di cadere nella sciocchezza, e rendono la narrazione coinvolgente più di quanto non riescano a fare varie scene adrenaliniche cucite addosso a certi personaggi che nel voler essere particolarmente fighi finiscono per essere particolarmente indisponenti.
Proprio l'avversione che mi hanno suscitato alcuni dei protagonisti, che ho trovato esageratamente caratterizzati, costituisce il secondo motivo (il primo, lo ricordo, è la quantità di cazzate) per cui, nonostante i tanti pregi di questo prodotto, non mi sbilancio nel voto finale: La Casa di Carta è una serie decisamente molto buona, l'ho consigliata innumerevoli volte, come ho ammesso, e continuerò a farlo, ma per i miei gusti il troppo stroppia, ed in questa storia di troppo che stroppia che ce n'è davvero un bel po'.
Voto: 8,5/10
N.d.R.: Immagine di copertina generata tramite l'intelligenza artificiale
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