Le vicende raccontate da questa miniserie, composta da sei episodi, iniziano con la fuga di Griselda da Medellin dopo uno scontro con il marito, violento e pericoloso narcotrafficante. Portando con sé i suoi tre figli e qualche chilo di cocaina, Griselda si stabilisce a Miami, dove, cercando di smerciare la droga per recuperare del contante, entra in contatto con criminali la cui brutalità non è inferiore a quella conosciuta in Colombia. Per nulla intimorita dalle difficoltà, Griselda si intestardisce nel voler entrare nel traffico di droga, presto mostrando di essere tutt'altro che una fragile madre sola con tre figli, e semmai rivelandosi in grado di competere con uomini spietati e senza scrupoli.
Nello sviluppo della trama, la narrazione riesce bene a mostrare come il percorso di ascesa di Griselda ai livelli più alti del narcotraffico, costruito anche grazie ad un notevole ingegno, sia avvenuto di pari passo con l'emergere ed il rafforzarsi del suo lato più feroce, malcelato dalla professata volontà di garantire la sicurezza ed un futuro ai figli.
Riprendendo il paragone con Regina del Sud, nonostante il maggiore interesse suscitato dal fatto che si tratta di una storia vera, devo dire che Griselda non mi ha entusiasmato esattamente quanto la prima, ma comunque mi ha discretamente coinvolto, nel fascino che generano sempre in me i gangster televisivi e ancor più le figure che hanno fatto la storia del mondo criminale (probabilmente a forza di ribadirlo mi rendo soggetto sospetto per le forze dell'ordine!).
Ad ogni modo, la trama ben costruita, il ritmo incalzante della narrazione, la buona interpretazione dei personaggi principali e la qualità della produzione, la rendono una miniserie potenzialmente apprezzabile anche per chi non condivide la medesima passione per le crime-story.
Voto: 7/10
N.d.R.: Immagine di copertina generata tramite l'intelligenza artificiale
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